“Caterina va in città”

Oggi assisteremo alla visione del film “Caterina va in città”.

Caterina è una timida adolescente che, con il padre Giancarlo e la madre Agata, si trasferisce da un piccolo paese della costa tirrenica (Montalto di Castro) a Roma. Qui frequenta la terza media nella scuola che il padre frequentò 30 anni prima. La classe dove viene inserita è spaccata a metà: da una parte ragazzi che simpatizzano per l’estrema sinistra, capeggiati da Margherita, dall’altra un gruppo di ragazze che simpatizzano per la destra, che hanno come leader Daniela, figlia di un parlamentare italiano di Alleanza Nazionale. Caterina viene a contatto con delle ideologie che prima non aveva neppure sentito nominare. Inizialmente vive una forte amicizia con Margherita, che termina quando il padre le scopre a ubriacarsi e farsi tatuaggi. Poi, dopo un periodo di smarrimento, Caterina, quasi senza accorgersene, passa nel mondo di Daniela, il mondo delle feste e del lusso. Ci sono anche i primi amori per Caterina: prima un cugino snob di Daniela, poi Edward, un ragazzo australiano che abita nell’appartamento davanti al suo. Caterina rompe anche col mondo di Daniela, quando sente lei e le sue amiche che la considerano una sfigata e una all’antica. Dopo una piccola rissa durante l’ora di educazione fisica con Daniela e Margherita, Caterina scappa e viene cercata dalla polizia. Torna spontaneamente a casa, dopo essere stata finalmente a casa del ragazzo australiano. Ma dalla finestra di Edward ha avuto modo di guardare la sua casa e per un attimo è diventata spettatrice della sua vita. E forse è proprio perché ha avuto la possibilità di guardare la sua vita, quello che sono i suoi genitori, quello che sarebbe diventata, che alla fine reagisce a questa terribile omologazione sociale, quasi una predestinazione. Realizza il suo sogno di cantare in un coro, sfugge alle consuete regole della società che impongono l’affermazione sociale, incurante del fatto di dover avere per forza una certa posizione. Lei semplicemente segue la sua attitudine, nella sua ingenuità che l’ha connotata per tutto il film, e che alla fine forse l’ha salvata. Dà così un forte schiaffo morale ad un padre che per tutta la vita ha cercato, annaspando, di avere una posizione dignitosa, ma che alla fine è rimasto inghiottito dai suoi stessi insuccessi e frustrazioni (anche nel privato). Peccato che non abbia potuto vedere la sua Caterina finalmente felice perché fuori dai circoli viziosi della società: non ha fatto in tempo, è andato via con la sua moto, icona di una gioventù e spensieratezza ormai perse per sempre, ha lasciato la famiglia dopo che anche quello che sembrava intoccabile, la dedizione quasi servile della moglie, è stato compromesso, dalla scoperta che la moglie lo tradisce con l’amico d’infanzia. Il film si conclude con il superamento dell’esame di terza media da parte di Caterina, e il coronamento del suo sogno: entrare al conservatorio.

Pubblicato da ilblogdeigenitoriefficaci

Tutor Modulo Genitori Pon 2012 -Gimigliano-Cicala

4 pensieri riguardo ““Caterina va in città”

  1. Durante la visione del film si ha la sensazione che non ci possa essere comunicazione tra mondi così diversi e che sia impossibile fare il “salto” da un mondo all’altro, che tutti i tentativi fatti in tale direzione sortiscano in frustrazioni e umiliazioni. Invece alla fine si apre alla speranza nella possibilità di riscatto e di realizzazione di un sogno. Probabilmente la capacità di mettersi in discussione e di guardare la realtà circostante senza la velleità di essere al disopra è la chiave di volta che differenzia Caterina dal padre

  2. Fermiamoci un attimo….riflettiamo…Crescere e seguire i propri figli nelle loro scelte,avere la capacità di indirizzarli a sviluppare le proprie inclinazioni: è questo che ogni bravo genitore dovrebbe fare!Renderli responsabili affinchè capiscano che nella vita niente ci è dovuto e che ognuno di noi può benissimo realizzare i propri sogni, solo se si ha il coraggio di sfuggire a certe regole banali che la vita di oggi ci offre…Reallizzarsi onestamente e vivere sempre coerentemente non avendo la presunzione di essere al di sopra di altri:è questo che farà la differenza!!!

  3. Mi accorgo sempre di più che i figli sono la proiezione della famiglia: se non c’è armonia, serenità, comprensione nel proprio “habitat” il ragazzo ne risente e riporta il proprio malessere all’interno della società in cui vive! E’ utile accorgersene per tempo, fare autoanalisi e creare un’ambiente favorevole allo sviluppo dei propri ragazzi prima che la situazione ci sfugga di mano!!!

  4. Le amicizie sbagliate possono stravolgere la vita di un adolescente Caterina è riuscita a venirne fuori, ma purtroppo non e sempre cosi, per questo noi genitori dobbiamo essere sempre vigili,anche se con discrezzione.

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